L'Opera del mese - maggio 2021

Maggio 2021:
Adolfo Wildt (Milano, 1868-1931)
Maschera del dolore (Autoritratto), 1909
Marmo bianco e policromo, h cm 178,5 (base inclusa)
Inv. AM 5012

Adolfo Wildt (Milano, 1868-1931). Maschera del dolore (Autoritratto), 1909 marmo bianco e policromo, h cm 178,5 (base inclusa) inv. AM 5012

Realizzata nel 1909, Maschera del dolore è una delle sculture più famose di Wildt ed è stata eseguita in più versioni. L'iscrizione che compare sul fondo oro - ADOLFO WILDT DALL'ANNO MCMVI AL MCMVIII, seguita da tre croci - fa riferimento a un triennio di profonda crisi personale, percepito dall'artista come un "calvario" esistenziale e professionale, durante il quale Wildt realizza solo copie di opere del passato.

In una lettera al pittore Siviero del 1915 l'artista parla di questo autoritratto, dicendo che «segnò la fine dei miei tre anni di dolore e con questa piccola ma grande opera trovai la mia strada». La strada cui fa riferimento questo passo è la via di un più marcato e deciso linguaggio espressionista cui Wildt, dopo una fase scapigliata e verista sulle orme dei maestri Grandi e Villa, approda anche grazie ai significativi contatti con l'ambiente artistico centroeuropeo e in particolare con la cultura secessionista ed espressionista tedesca.
Abile nelle arti applicate, celebrato esecutore di monumenti funebri, Wildt è autore dello scritto L'arte del marmo (1921) nel quale racconta la sua passione per la scultura e i segreti del mestiere, attraverso una narrazione avvincente e densa di riferimenti all'arte del passato.
La ricca cultura figurativa dell'artista è visibile qui nell'accurata rifinitura delle superfici, nella deformazione dei tratti fisiognomici, nella scelta polimaterica, elementi che, combinati con colte citazioni michelangiolesche (ci sarebbe un riferimento alla maschera che accompagna la figura allegorica della Notte nel monumento a Giuliano duca di Nemours nelle tombe medicee), distinguono Wildt per un linguaggio unico e inconfondibile, dalla bellezza inquietante.

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