La Shoah dell’Arte

Immagine: 
Giulio Turcato, Rovine di Varsavia, 1948, olio su tela, (particolare)
27/01/2016
Galleria d'Arte Moderna

In occasione del Giorno della Memoria la Galleria d’Arte Moderna propone un approfondimento sull’opera di Giulio Turcato Rovine di Varsavia.
L’attività è inserita all’interno della Shoah dell’Arte, un progetto organizzato da ECAD e nato per porre l’accento sulla Shoah nella vita artistica del paese valorizzando opere ed artisti.

Il 27 gennaio nel mondo libero si celebra il Giorno della Memoria, che ricorda l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e l’abolizione dell’uomo schiavo di un altro uomo. Roma Capitale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali aderisce al progetto “la Shoah dell’Arte” invitando i visitatori della Galleria d’Arte Moderna al ricordo e alla riflessione grazie agli artisti e alle loro opere sopravvissute. L’opera scelta in questa occasione, Rovine di Varsavia di Giulio Turcato, sarà posta in evidenza nel percorso espositivo del terzo piano del Museo e sarà distribuito materiale informativo.

L’opera di Turcato appare emblematica per il luogo e il soggetto trattato. Di Rovine di Varsavia esistono molte versioni inclusi disegni, bozzetti e schizzi datati tra il 1948 e il 1952 a testimonianza di un profondo coinvolgimento emotivo come tema di meditazione. Il dipinto della Galleria d’Arte Moderna è, forse, il primo dei tanti dedicati a Varsavia, città simbolo della follia totalitaria e distruttrice del nazifascismo. L’aggressione della Polonia nel 1939 da parte del Reich fu l’atto d’inizio del secondo conflitto mondiale. A Varsavia, in particolare, la numerosa comunità ebraica, internata nel Ghetto, venne decimata dalla fame e dalle malattie prima della definitiva deportazione.

L’ispirazione a trattare il tema della guerra nasce nell’agosto 1948, quando l’artista visita la Polonia come membro di un gruppo di 40 delegati al Primo Congresso Globale degli Intellettuali per la Pace, tenutosi nell’allora Breslavia e il cui scopo era di cementare ulteriormente la rigida ideologia culturale del PCI. Durante il soggiorno in Polonia, Turcato si trova a visitare Cracovia, Auschwitz, Lodz e Varsavia. Nel dipinto è presentato uno spaccato di una città rasa al suolo dai bombardamenti, muta immagine di distruzione, dove si stagliano le carcasse degli edifici sventrati i cui sinistri profili comunicano un senso di smarrimento. In un orizzonte senza sfondo, i resti dei muri spezzati sono scanditi da pochi colori che evocano il fuoco, la polvere e le macerie: il rosso, l’ocra, il nero e una gamma di grigi. Rovine di Varsavia è un’opera di importante “transizione” stilistica per Turcato, un esempio di graduale affrancamento dal figurativo. In questo quadro dalle forme astratte si esprime l’impegno sociale dell’artista che racconta di un dramma epocale, reso nella forma-colore di uno spazio carico di emozione.

GIULIO TURCATO  (Mantova 1912 - Roma 1995)
Esordisce nel 1937 a Milano in una rassegna di gruppo alla Galleria Grande. Espone con Scialoja e Vedova allo Zodiaco di Roma nel 1943. Prende parte alla Resistenza e nel dopoguerra si iscrive al PCI. È tra i fondatori dell’Art Club con Prampolini, Jarema, Fazzini, Mafai, Dorazio, Corpora, Perilli, Consagra. Nel 1946 firma il Manifesto della ‘Nuova Secessione artistica italiana’ e nel 1947 fonda il gruppo romano ‘Forma 1′ con Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, per una pittura astratta e formalistica contro il neorealismo. Nonostante l’opposizione del PCI verso l’astrattismo, espone alla prima mostra del ‘Fronte Nuovo delle Arti’ nel 1947 con un gruppo di opere astratte che precorrono il ciclo delle Rovine di Varsavia del 1948. Continua ad impegnarsi su temi sociali come è attestato nella serie di Comizi 1948-1950, Rivolte dal 1948, Miniere dal 1950. Espone alla Biennale di Venezia del 1950 con gli ‘Otto’ di Lionello Venturi, attivi come gruppo dal 1952 al 1954. Espone nel 1957 al MOMA di New York. La sua ricerca verte sul colore: sperimenta cromìe ai limiti dello spettro visibile. La sua partecipazione alle Biennali registra le edizioni del 1972 (con ‘Oceaniche’, totem in tele sagomate), 1982, 1984. Invitato alla Quadriennale di Roma, riceve il primo premio nel 1966. Antologiche di sue opere dal 1953 al 1986 al Palazzo delle Esposizioni (1974), Galleria Nazionale d’Arte Moderna ( 1986) e alla Ca’ Pesaro nel 1990.

Informazioni

Luogo
Galleria d'Arte Moderna
Orario

Mercoledì 27 gennaio 2016

Informazioni

Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)

Tipo
Evento|Incontri
Sito Web

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