L'Opera del mese - marzo 2024

Antonio Mancini
(Roma, 1852 - 1930)
Enrica in viola, 1920 circa
Olio su tela, cm 92 x 72
Inv. AM 5009

Antonio Mancini_Enrica in viola

Il dipinto, il cui titolo completo è Enrica in viola/Spensierata/La preghiera/Ritratto, raffigura Enrica Mancini, nipote del pittore. La giovane donna - Enrica era nata nel 1895 - è ritratta di profilo, seduta, le mani giunte appoggiate alla spalliera di una sedia, lo sguardo sognante, le labbra socchiuse che accennano un sorriso. Completano la scena un tendaggio e un mazzo di fiori bianchi e rossi.

Antonio Mancini, che non si sposò e non ebbe figli, fu molto legato ai nipoti Alfredo, Enrica e Domenica, figli del fratello Giovanni, che infatti sono molto frequenti tra i soggetti della sua tarda ritrattistica. Enrica in particolare è ritratta più volte, in opere come Enrica in biancoLa castellana, Azalea La lettera, tutte in collezione privata.

La grande padronanza tecnica raggiunta dall'artista settantenne gli consente di risolvere il tema del ritratto attraverso una tavolozza brillante e dai toni accesi, che si addensa e raggruma in più punti; la figura e lo sfondo sono costituiti della stessa vibrante, sontuosa materia pittorica, nella quale non esistono contorni definiti e la luce si dissolve in un unico dinamismo atmosferico. 

Di formazione napoletana, Mancini matura la propria poetica del reale a contatto con artisti come Vincenzo Gemito e Francesco Paolo Michetti, suggestionato da un lato dalle personalità di Domenico Morelli e Mariano Fortuny, dall'altro dalla pittura seicentesca partenopea e da El Greco. Trasferitosi a Roma nel 1882, è molto richiesto dalla committenza internazionale presente in città; nel 1913 viene nominato accademico di San Luca e aderisce alla Secessione Romana.

L'opera Enrica in viola è inserita nel percorso della mostra Reality: Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX secolo, nella sezione Blurred Personalities.

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