Cleopatra

Autore: Girolamo Masini (1840-1885)
Datazione: 1882
Collocazione: Chiostro delle sculture
Tecnica e materiali: marmi
Dimensioni: h cm. 130 larghezza 116
Provenienza: Acquisto, 1883, Esposizione di Belle Arti, Roma
Soggetto iconografico: Cleopatra
Iscrizioni: G. Masini/ Roma/1882 sulla base

Descrizione

Il personaggio femminile raffigurato è la regina Cleopatra. La figura, posta frontalmente, è seduta sul dorso di un leone accovacciato, posto di profilo e poggiato su un podio, quest’ultimo preceduto da un basso gradino.

Il busto è nudo e inclinato verso sinistra con la spalla che si adagia sulla testa del leone su cui grava il braccio sinistro piegato a sostenere il capo reclinato verso destra. Al languido movimento si contrappone la posizione del braccio destro teso che afferra il ginocchio sinistro della gamba accavallata, quasi a fermare questa instabile posizione.

Le formosità del corpo della regina, data soprattutto dai seni esposti e ben torniti, rivela la sua giovane età, che è evidenziata anche dai tratti regolari e dalla bocca carnosa e dalla morbida rotondità del volto incorniciato da un’elaborata e voluminosa parrucca a boccoli cinta da un nastro annodato sulla nuca e con sopra la fronte, al centro, un amuleto raffigurante il dio Anubi.

Il corpo femminile è abbigliato con una lunga e ampia gonna plissettata, fermata in vita da una cintura e sul davanti aperta e sovrapposta, sotto la quale si scorge la posizione della gamba sinistra accavallata sulla destra.

Sulla base, posto a destra, accanto ai piedi coperti da eleganti sandali intrecciati con foglie di papiro, che presentano una lunga punta rivolta verso l’alto, è presente un elemento saliente della scena: un cesto di frutta da cui striscia salendo sulla veste il fatale serpente.

Ricchi sono i dettagli che ornano la figura: i motivi dei fiori di loto sull’orlo della veste e uno scarabeo al centro della cintura; una la grande collana realizzata con pietre irregolari alternate a ciondoli a forma di api e al centro un pendaglio formato da una placchetta con impresa a rilievo la figura della dea Bastet e sotto un ciondolo raffigurante il dio Anubi; sul braccio destro un bracciale a spirale e su l’avambraccio sinistro un altro dalla semplice forma circolare.

Sono stati scelti due marmi diversi: il marmo grigio, probabilmente bigio, che definisce gli elementi architettonico-ornamentali della scultura individuando il basamento con il leone e un basso gradino, su cui è poggiato una lastra di rivestimento decorata con linee geometriche incise (tra cui si scorge, sulla destra, la firma dell’artista: G. Masini/ Roma/1882) e il marmo bianco di Carrara scelto per realizzare la figura femminile e il cesto di frutta.

Notizie storico-artistiche

Il personaggio raffigurato è Cleopatra, ultima regina d’Egitto, sconfitta da Ottaviano Augusto nel 31 A.C dopo la disfatta della flotta egiziana nella battaglia navale di Azio.

Il momento rappresentato è quello antecedente alla morte della Regina decisa a suicidarsi con il morso dell’aspide pur di non cadere viva nelle mani dei Romani. L’attenzione dello scultore, Girolamo Masini (1840-1885), è concentrata sia nel descrivere il corpo giovane e seducente di Cleopatra che nel cogliere il suo stato d’animo turbato e malinconico prossimo alla morte.

L’opera è emblematica di un gusto e di una predilezione per un tema assai caro agli artisti tra fine ‘800 e primi ‘900: la donna dalla bellezza conturbante e pericolosa. La seduzione di queste figure femminili vengono desunte da opere letterarie (come la “Carmen” di Merimèe), dai miti antichi (la storia di Circe e di Pandora) e dalla storia sacra (la figura di Salomè). In Cleopatra si unisce il tema della “femme fatale” a quello dell’esotismo a cui fanno riferimento alcuni dettagli del suo ricco abbigliamento: le api, simbolo legato ai sovrani del Basso Egitto; una placchetta della collana con Anubi (LINK approfondimento) , dio dei morti, raffigurato con un corpo a metà tra cane e sciacallo e il pendente con la raffigurazione di Bastet, la dea egizia con il corpo di donna e la testa di gatto, nel suo ruolo di divinità protettrice della pace (LINK approfondimento). Lo scarabeo, invece, è l’animale considerato dotato di una magica forza protettiva che veniva apposto sul petto delle mummie come amuleto. Infine i fiori di loto che bordano la veste ricordano l’attributo della dea Iside, divinità legata alla fertilità della terra e forza rigeneratrice.

E’ evidente che questi ornamenti sono stati scelti dall’artista in quanto sono un preciso richiamo al mondo dei morti e servono ad annunciare il momento drammatico del prossimo trapasso della Regina. Solitamente l’iconografia più tradizionale preferisce mostrare l’agonia di Cleopatra, l’atto finale dopo il morso dell’aspide, mentre nell’opera dello scultore toscano Girolamo Masini tutto deve ancora accadere. L’artista non vuole descrivere il gesto eroico della Regina ma preferisce soffermarsi ad analizzare le sfaccettature dei suoi stati d’animo che tradisce la rassegnazione per l’ineluttabilità del gesto estremo. L’intensità intimista e la purezza delle forme l’avvicinano alla lezione romantica di Pietro Tenerani (1789-1869). L’opera in esame, che fa parte del primo nucleo della collezione capitolina di “opere moderne”, acquistata nel 1883 in occasione dell’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma, ottenne un discreto successo dalla critica.